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Gli spot pubblicitari famosi che hanno fatto la storia della pubblicità
Gli spot pubblicitari che hanno fatto la storia: lo Zio Sam, il Babbo Natale della Coca-Cola, Apple, Barilla, Campari, Ferrero Rocher, Nike, Adidas, Red Bull e tanti altri!
La storia degli spot pubblicitari ha origini remote. I primi esempi di pubblicità a fini commerciali si hanno agli inizi del 1600 tra Parigi e Londra, con la pubblicazione di alcune proposte commerciali a pagamento. Quasi un secolo dopo, nel 1704, il Boston News-Letter (primo quotidiano negli Stati Uniti) pubblicò la prima vera pubblicità cartacea.
Da allora gli spot pubblicitari hanno avuto un’evoluzione incredibile grazie anche alle nuove tecnologie, passando dalla stampa alla radio, alla tv fino ai canali digitali della nostra epoca.
Prima di vedere la nostra selezione degli spot pubblicitari che hanno fatto la storia, chiariamo il concetto di “spot pubblicitario”.
Definizione di Spot pubblicitario
Per spot pubblicitari si intendono brevi messaggi pubblicitari inseriti in trasmissioni televisive, radiofoniche e digitali, interrompendone la continuità. Uno spot pubblicitario è composto da brevi battute, e può essere una scenetta comica o un breve racconto.
Spot pubblicitari famosi che hanno fatto la storia
Abbiamo scelto alcuni degli spot pubblicitari più famosi e indimenticabili di sempre. Se volete segnalarcene altri scrivete nei commenti. Buon viaggio nel tempo!
Lo Zio Sam (Uncle Sam “I Want You for U.S. Army”) – 1917
Lo Zio Sam è forse una delle pubblicità più iconiche di sempre. Uno sguardo diretto, di ghiaccio, un cilindro a stelle e strisce e quel dito severo che indica lo spettatore.
Lo Zio Sam nasce nel 1917 dalla mano di James Montgomery Flagg, durante il periodo in cui gli Stati Uniti entrarono in guerra contro la Germania. La fisionomia di Uncle Sam deriva dallo stesso Flagg che prese ispirazione da se stesso, anche se l’idea non era proprio originale. Il disegnatore prese spunto da una campagna britannica del 1914 in cui Alfred Leete ritraeva Lord Kitchener che spronava le giovani leve del Regno Unito a combattere per la British Expeditionary Force.
Il manifesto fu stampato in oltre 4 milioni di copie nel 1918, arrivando a 5.300.000 di copie alla fine della Prima Guerra Mondiale.
Il Babbo Natale della Coca-Cola – 1931
Prima del 1931, l’iconografia di Babbo Natale era diversa da quella a cui siamo abituati. Santa Claus veniva rappresentato come un uomo alto e magro o come un elfo.
La Coca-Cola Company decise di commissionare l’illustrazione pubblicitaria di Babbo Natale al disegnatore Haddon Sundblom, che si ispirò alla poesia di Clement Clark More “la visita di San Nicola”. Nel testo Babbo Natale era descritto come un uomo corpulento, paffuto, umano e dolce.
Nella poesia, contrariamente a quanto si pensi, Babbo Natale – Santa Claus vestiva già di rosso; il particolare non sfuggì a Coca-Cola che legò il colore al suo brand. L’obiettivo era quello di utilizzare un’immagine rassicurante, generosa, una sorta di nonno per sovrapporla al brand: da allora Babbo Natale passò definitivamente dal verde al rosso, radicando la sua iconografia nel nostro immaginario comune. Incredibile come la potenza di un marchio possa cambiare per sempre l’aspetto di una figura tradizionale…
Rosie la Rivettatrice (Rosie the Riveter – “We Can Do It”) – 1942
Rosie la Rivettatrice (Rosie the Riveter) è una delle pubblicità patriottiche più famose di sempre. Rosie, che si rimbocca le maniche per darsi da fare, prende il nome da una canzone americana molto in voga nel 1942.
Dopo l’attacco di Pearl Harbour (1941) le industrie negli States avevano perso gran parte della forza lavoro maschile. Il Governo commissionò ad alcuni studi pubblicitari il manifesto di Rosie the Riveter: in breve tempo l’eroina divenne il simbolo del lavoro femminile nelle fabbriche. Oggi Rosie è diventata l’icona del femminismo grazie anche al famosissimo slogan “We Can Do It”.
Leggi anche: “Slogan Pubblicitari: i migliori, come crearli ed esempi famosi“
De Beers, “un diamante è per sempre” – 1947
Chi non conosce questo slogan? Eppure inizialmente nessuno alla De Beers ne comprese la potenza. Correva l’anno 1947 quando l’azienda produttrice di gioielli cercò un nuovo slogan, e affidò l’incarico a Frances Garety dell’agenzia N. Y. Ayer & Son.
“Diamonds are forever” non riscosse entusiasmo presso l’azienda, ma in poco tempo fu il target a decretarne il successo, vedendo nello slogan il simbolo dell’amore eterno. Da allora “un diamante è per sempre” accompagna ogni spot della De Beers, diventando uno dei migliori slogan di sempre: semplice, diretto ed emozionale.
Coca-Cola, “I’d like to buy the world a coke” – 1971
Bill Backer, direttore creativo di Mc Cann- Erickson, si trovava in un aeroporto in Irlanda quando notò un gruppo di persone che bevevano la Coca-Cola in un clima di convivialità. Gli bastò aggiungere una colonna sonora come “I’d like to buy the world a coke” per far diventare la campagna uno degli spot pubblicitari più riusciti della storia.
Il successo fu tale che più di 100 mila consumatori scrissero alla Coca-Cola entusiasti per lo spot. Ovviamente le vendite si impennarono.
Coca-Cola, Natale – 1983 / 1984
Vorrei cantare insieme a voi
in magica armonia (magica armonia)
auguri Coca-Cola e poi
un coro in armonia (canta insieme a noi)
auguri Coca-Cola e poi, un coro in armonia (coro in armonia)
cantate tutti insieme a noi…nana na na na na!
Questo spot di Natale firmato Coca-Cola ha segnato un’epoca perché aveva tutto: claim, jingle e storytelling. L’obiettivo era di valorizzare il Natale come momento dedicato alla famiglia e all’amore, concetto ripreso anche da Barilla.
Apple lancia Macintosh – 1984
Tra gli spot pubblicitari più famosi non potevamo non menzionare quello di Apple per il lancio del Macintosh, girato da Ridley Scott. Negli anni ’80 il leader del settore era IBM e Apple, con questa campagna, mirava ad abbattere il conformismo e la standardizzazione con un richiamo a “1984” di George Orwell.
Lo spot recitava così:
Oggi noi celebriamo il primo glorioso anniversario delle Direttive sulla Purificazione dell’Informazione. Noi abbiamo creato, per la prima volta in tutta la storia, un paradiso di pura ideologia, dove ciascun lavoratore può realizzarsi al sicuro da invasioni destabilizzanti di verità contraddittorie e arrecanti confusione. La nostra unificazione dei pensieri è un’arma più potente di qualsiasi flotta o armata sulla Terra. Noi siamo un popolo, con una volontà, una risoluzione, una causa. I nostri nemici dovranno parlare a sé stessi fino alla morte e noi li sotterreremo con la loro stessa confusione. Noi vinceremo!
Il discorso veniva interrotto dalla protagonista che, con un martello, distruggeva lo schermo regalando all’umanità la possibilità di scegliere.
Barilla, “Dove c’è Barilla, c’è casa” – 1988
A cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 la Barilla ideò diversi spot pubblicitari con il claim “Dove c’è Barilla, c’è casa”. Una delle pubblicità più famose della serie, aveva come protagonista una bambina dall’impermeabile giallo che salvava un gattino durante una giornata di pioggia. La perfetta colonna sonora poi riusciva a toccare le corde dell’emozione.
Il fil rouge fu quello di associare il brand alla famiglia tradizionale. L’operazione riuscì alla grande, segnando un’epoca e una generazione.
Martini Red Passion – 1993
Martini, negli spot pubblicitari Red Passion, poneva l’accento sui concetti di memorabilità del messaggio ed emozionalità, aggiungendo una forte carica di erotismo, ma senza mai essere volgare.
L’obiettivo era quello di rendere la bevanda sensuale, come una donna. Non a caso il claim recitava “Red Passion”, mettendo in paragone il rosso della bevanda con il colore simbolo dell’amore e della passione. Gli spot furono girati con modelle famose, molte con i capelli rossi per rafforzare il messaggio del brand.
Noi proponiamo la versione con Charlize Theron.
Ferrero Rocher – 1994
Ambrogio ho un leggero languorino, la mia non è proprio fame è più voglia di qualcosa di buono.
Chi non la ricorda? La campagna Ferrero Rocher, interpretata da Carol Alt con il maggiordomo Ambrogio, è sicuramente tra gli spot pubblicitari che più sono rimasti nella mente del consumatore.
Ferreo puntava al posizionamento del prodotto, complice anche il packaging dorato che avvicinava il cioccolatino ad un gioiello.
Nike, Good vs Evil – 1995
La Nike ha fatto del marketing uno dei suoi tratti distintivi, capace di attrarre generazioni intere. Il famoso claim “Just do it” ispira gli sportivi a dare di più, ad andare oltre i propri limiti.
Nike fu protagonista di diversi spot pubblicitari negli anni ’90 tra cui Good vs Evil, girato nel Colosseo con Cantonà, Ronaldo, Maldini, Kluivert, Rui Costa, Figo, Brolin, Davids, Ian Wright e Campos intenti ad affrontare dei guerrieri demoniaci desiderosi di eliminare il gioco del calcio. L’apoteosi emotiva si raggiungeva quando l’attaccante francese Cantonà alzava il colletto e calciava un pallone infuocato per distruggere il demone, esclamando poco prima “Au revoir”. Una pubblicità meravigliosa.
Apple, “Think different” – 1997
Nel 1997 Steve Jobs torna in Apple e l’azienda inizia nuovamente a prendere quota dopo la grande crisi degli inizi degli anni ’90. Jobs fece realizzare uno spot in cui il claim “Think different” non accendeva soltanto i desideri, non suscitava soltanto le emozioni ma costruiva l’immagine di Apple per sempre.
I protagonisti dello spot erano le personalità che più hanno fatto la storia dell’umanità nel ventesimo secolo, grazie al loro pensare fuori dagli schemi. Una pubblicità davvero incredibile, una delle più belle di sempre.
Adidas, “Impossible is Nothing” – 2004
Nel 2004 Adidas lancia uno spot con il claim “Impossible is Nothing”. Il capolavoro tecnologico mischiava le immagini di Muhammad Alì e della figlia Laila (anche lei pugile) che si affrontavano, diventando il primo di una serie di campagne motivazionali.
Felix Baumgartner e Red Bull Stratos – 2012
Era il 2012 quando Felix Baumgartner si lanciò da un’altezza di 24km nella stratosfera stabilendo un nuovo Guinness dei Primati. Il tutto, sponsorizzato da Red Bull (Red Bull Stratos), in diretta streaming e senza interruzioni. Per la prima volta nella storia lo spot era l’evento stesso.
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